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Re(1): Ma guai per tutti se non suona la campana. Anzi grazie al

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Premettendo che mi trovo sostanzialmente d'accordo con Marco, vorrei proporre alcune considerazioni allargando l'orizzonte d'analisi: dall'annus horribilis 1994 (discesa in campo di Berlusconi e rigori sparati in curva a Pasadina) ad oggi, B., come lo chiama l'amabile Cordero, ha partecipato a cinque campagne elettorali. Tre vinte e due perdute e le due perdute, fatto non di poco conto, proprio dopo che era stato al governo (e quindi il suo conflitto di interessi era al massimo livello). Tra l'altro esiste una legge sul conflitto di interessi, fatta nel 2004 (se non erro) dalla maggioranza di centrodestra: certo, una mezza farsa, eppure esiste...
Inoltre, conviene distinguere tra i mass media per quanto riguarda il pluralismo: escludendo internet e radio (luoghi comunque in cui la voce del padrone risuona di meno, per usare un eufemismo), restano televisione e stampa. La stampa "politica" si articola in due grandi gruppi: a diffusione nazionale (compresi i settimanali) e locale. Nella prima, la voce del padrone è ben bilanciata e probabilmente di minoranza: soprattutto di minoranza a livello di copie vendute. Nella stampa locale, invece, la situazione è più variegata (e sinceramente non conosco tutti i giornali locali d'Italia), ma credo si possa dire che anche qua c'è un certo bilanciamento (il gruppo L'Espresso ha il controllo di parecchi quotidiani locali). Certamente, gli Italiani leggono poco (magari leggono CHI, settimanale di gossip, appartenente al gruppo editoriale che fa capo a B. e non a caso B. è apparso in alcuni numeri per tentare di ricostruire l'immagine privata dopo il noto troiaio: si può pure ridere di una simile strategia, ma credo che così facendo se ne sottovaluterebbe la forza di persuasione per quel target che è anche un target poco attento alle vicende politiche. Stesso discorso vale per il TG4) e certamente il principale canale informativo è il medium televisivo, formato da quattro poli di diversa consistenza. Sky, Mediaset, la7, Rai. Sky e la7 mi sembra vivano in una zona grigia, nè acriticamente a favore, nè a priori contro: certo, non hanno la maggioranza degli spettatori, ma neppure una minoranza marginale. Di Mediaset possiamo dire che sia la voce del padrone. La RAI la conosciamo tutti: comunque, attualmente abbiamo RAI3 rete di critica, RAI2 rete allineata, con voci critiche non irrilevanti (Santoro e le sue trasmissioni), RAI1 allineata, con un TG1 "servile" e un programma di approfondimento politico, PORTA A PORTA, che non pratica un giornalismo che sia il cane da guardia del potere, ma non rappresenta neppure un megafono di mera propaganda.
Quindi, personalmente, ritengo che il pluralismo dell'informazione sia in qualche modo salvaguardato: non gode di buona salute, ma non è neppure a rischio. Il pluralismo esiste, non è ampio e completo come potrebbe essere, ma c'è: se poi il popolo è pigro, per abitudine alle otto della sera accende la tv da trent'anni sull'UNO, non vuole o non sa leggere un giornale, magari cambiando ogni tanto testata così giusto per sentire anche cosa dicono gli altri, non è colpa del pluralismo carente, ma del popolo. Del quale chiederemo poi le dimissioni...
Allora dovremmo cantare tutto bene, madama la marchesa? Certo che no, il conflitto di interessi resta e pesa, soprattutto alla luce del fatto che a ogni cambio di maggioranza la quota di elettori che muta orientamento è tutto sommato esigua. Oggi il partito delle mele vince contro il partito dei cachi per tre ragioni principali: da un lato una parte del partito dei cachi non vota per delusione, dall'altra una quota di ex delusi del partito delle mele torna a votare le mele come frutto meno peggiore, infine una parte di elettori delle mele si sposta al partito dei cachi. Insomma, in altre parole, essendo la distanza tra mele e cachi non eccessiva, il conflitto di interessi gioca la sua parte non indifferente e mi sembra da tanti sottovalutata.
Inoltre, io sono convinto che B. sia per (in)cultura, natura e  un uomo poco propenso ad accettare una voce fuori dal coro, una voce contraddittoria, una critica forte e costante: sono da anni convinto che l'uomo sia più un caso da analisi psicologica che da analisi politica: insomma, un enorme (si fa per dire...) bambinone che si offende e minaccia di portare via il pallone se non si fa come dice lui. Grazie a dio (si fa sempre per dire...), il bambinone è tale anche a livello di conoscenza del diritto e molti dei suoi tentativi di demolire le garanzie costituzionali si sono rivelati dei buchi nell'acqua (insomma, per rivoltare senza un colpo di forza le norme giuridiche e costituzionali ci vuole intelligenza e capacità, qualità delle quali difetta la sua corte di "giuristi", dato che chi le ha scritte sarà stato anche democristiano e comunista, ma di certo non era mona...). Inoltre è bambinone anche per ingenuità (se facesse buon viso a cattivo gioco, tollerasse strumentalmente alcune voci dissenzienti senza troppi clamori, minacce, querele ed editti bulgari probabilmente ne guadagnerebbe in consenso politco...) nonchè per forza: non ha la forza politica e la statura (ancorchè tragica e aberrante, se si vuole) di un dittatore.
Ancora, riguardo al caso specifico della querela: la querela a l'Unità - tra l'altro non è l'organo del PD - non la trovo scandalosa. In fondo parlare di uccelli che non tirano o che tirano dopo ore di frizioni pompini e iniezioni non mi pare sia un argomento giornalistico, ma pura insinuazione infamante. La querela a la Repubblica, pur se non condivido tutta questa morbosità con cui da mesi svangano sulle frequentazioni notturne di B., la trovo senza senso: hanno posto dieci domande, mica hanno calunniato o diffamato. Per altro, delle dieci domande, due o tre mi sembrano sensate e anche qua delle risposte banali e ragionevoli avrebbero potuto chiudere il caso facendo anche uscire B. come "vincitore".
In conclusione, l'appello specifico mi sembra legittimo e per certi versi anche condivisibile, il gridare costantemente da 15 anni al lupo al lupo no (tra l'altro si è mai vista una dittatura nascere nel breve periodo di 15 anni, con in mezzo due elezioni perse e probabilmente una carriera politca esaurita, se solo la coalizione dei cachi vincitrice nel 2006 non si fosse sparata sui piedi da sola permettendo così a B. di rinascere?). Resta inoltre che B. non rappresenta un buon esempio di rispetto delle distinzioni dei poteri, delle opinioni difformi dalla sua, della libertà di parola, espressione e di critica, anche corrosiva, pesante e "falsa". Non so davvero se e quanto, avendo il potere di farlo, chiuderebbe i giornali di opposizione e metterebbe a tacere le voci contrarie: certo, i suoi atteggiamenti legittimano il dubbio e alimentano il circolo vizioso di lamenti, accuse e timori, permettendo così a molti di fischiettare "Bella ciao" nel proprio salotto, insultando così chi davvero rischiò e perse la vita combattendo una vera dittatura.


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